venerdì 23 luglio 2010

Viaggiooooooo

E infine il mio grande viaggio e' cominciato!

Lo definiriei decisamente il piu' lungo viaggio della mia vita, e deciamente il piu' impegnativo...tra ore e ore di treno, un volo con l' aria condizionata sparata in faccia e un bambino urlante a fianco, con i 36 gradi alle sei e mezza del mattino di dubai, con un secondo volo di sole 14 ore, guardando un film dopo l' altro, cercando di tenere la mente occupata e non avere un pensiero fisso.
Unica cosa buona del viaggio e' che a Francoforte ho conosciuto una tedesca splendida che mi ha accompagnato fin qui.
E poi atterrare, eccitatissimi, e scoprire che chi ti doveva venire a prendere in aeroporto era naturalmente venuto il giorno prima!!! E vabbe'...
Ma arriva...
Che posto splendido, che citta' splendida, che clima strano...
potrei raccontare ora di come guidino dal lato sbagliato della strada, di come siano grandi le monete da 50 centisimi, di come le case in legno siano vecchie, fatiscienti e naturalmente non abbiano il riscaldamento! beh, mi direte, siamo in Australia...si ma ridendo e scherzando sto morendo di freddo!!! avvolto in una coperta pelosa di gatto...
di come le finestre si aprano all' americana!!! haha, la cosa mi ha divertito un sacco...

ok, vado allo zoo!

domenica 30 maggio 2010

L´estate che non c´é

Le giornate trascorrono tranquille, sinonimo carino per non dire noiose, tra inseguimenti da film con professori in universitá a caccia di un´approvazione di un´equipollenza, disperate corse in metropolitana per non arrivare in ritardo a lavoro (e la metropolitana fa ben 70kmh, ma non la U1, quella no, é vecchia), acrobazie da equilibrista divincolandomi tra clienti in coda in attesa di un tavolo (e cerchi di passare, dicendo permesso, ma non capiscono e fanno finta di non sentire, e se gli dici "entschuldigung ich muss durch" convinti che tu sia un altro cliente che gli vuole passare avanti non si spostano, e quindi, nel dubbio su quale lingua usare, gli scontri direttamente), in bilico con 5 pizze in mano, scene da matrix cercando di prendere con un piede una pizza mentre in slow motion ti é appena scivolata dal piatto, davanti all´attonito volto di quel povero bambino che non vedeva l´ora di mangiare la sua margherita, e chiedendoti solo dopo perché tu abbia cercato di prenderla al volo con un piede...bah!
E ti senti nel peggior film horror quando ti accorgi che un pizzaiolo ha appena cercado di tagliarti un dito mentre ti allungavi per prendere una fetta di prosciutto clandestinamente, e nel miglior film americano a lieto fine quando, a serata terminata si é tutti seduti intorno al tavolo a mangiare penne alle costine di maiale, sella di cinghiale alla griglia o branzino al forno, un bicchiere di vino davanti e tanta allegria.
Tutto incorniciato da una Berlino cristallizzata in una stagione inestitente, tra alberi verdissimi, prati fioriti ma giornate fredde, anche 11 gradi e pioggia. La gioventú che a stento cerca di uscire dalla sua grotta dove é stata in leteargo per i duri mesi invernali, ma arrivata sulla soglia, si annusa intorno e decide che forse é il caso di dormire ancora po´.

domenica 9 maggio 2010

James Dean, The Temper Trap, Io

É cominciata una nuova vita...
uno scopo, lontano, mi ha portato a cambiare radicalmente il mio stile di vita...
40 sono le ore che passo alla settimana in quel ristorante.
Non male per uno a cui il lavoro ha sempre fatto schifo, e contando che in linea teorica l´erasmus doc dovrebbe passare la sue giornate a divertirti ed a festeggiare.

Ma non ha importanza, sto inseguendo un sogno, quello di andare lontano.

Ma per quanto questo sogno sia una costante nelle mie giornate, dei momenti di sbandamento ci sono. Momenti in cui l´unica cosa che vorresti sarebbe una persona da stringere, di sentire che oltre al sesso c´é di piú, che Berlino in fondo non é una cittá da una botta e via...e invece, sempre e comunque ci ricadi...

E torni a casa da lavoro, é notte e sta piovendo, i The Temper Trap che cantano come un´orchestra la cui melodia é attutita, ovattata dalla pioggia, e ti senti James Dean in una delle sue migliori foto, manca solo la sigaretta...E ti chiedi se vi rivedrete, pur sapendo che la risposta non ti concessa saperla...

Vorrei tornare a qualche tempo fa, dove ogni sentimento veniva sovrastato dalla ragione, If you have nothing, you have nothing to loose...

lunedì 5 aprile 2010

Il piacere di tornare a casa

Il piacere di tornare a casa ho potuto provarlo due volte durante questa lunghissima avventura.


30 giorni di viaggio, 30 giorni on the road across Europe con al collo una collanna e indosso un giubbotto di pelle di trent´anni. Se mi avessero detto qualche tempo fa che avrei fatto una cosa del genere da solo, non gli avrei mai creduto, non mi sarei mai creduto capace di fare una cosa del genere, e invece, zaino in spalla, sono partito. Quante cose sono cambiate, quante cose stanno cambiando, in me, intorno a me, in chi mi sta vicino, e chi lentamente si perde nel nubolio dei ricordi. E ringrazio chi mi ha cambiato, ringrazio per ogni singolo istante che mi ha portato ad essere quello che sono. Ringrazio chi mi ha ispirato questo viaggio, chi mi sono portato nel cuore durante questi dio solo sa quanti chilometri. 2900 chilometri (perché nella vita bisogna essere scientifici, prima di tutto scientifici).


Tutti coloro che ho incontrato sulla mia strada, tutti facenti parte di un puzzle, un enorme puzzle che pezzo per pezzo sta andando a disegnare la mia vita, e come un bambino non riesco a smettere di cercare di mettere i tasselli al posto giusto, alcuni sono chiari e definiti ed entrano alla prima, ma lì dove i contorni si confondono con lo sfondo non posso non forzare i pezzi per farli combaciare, a volta va bene, e in fondo, erano proprio loro, altri non puoi che rinunciare, metterli da parte, e poi, il cielo lo si farà in un secondo momento, e chi può dire che non diventerà la parte più bella di questo strano puzzle da milioni di pezzi?


È tornare a casa, e abbracciare persone che non vedevi da cinque anni con le lacrime agli occhi, e, scusa, il formaggio ti serve per cucinare o posso mangiarlo? , è sentirsi a casa, molto è cambiato, ma in fondo tutto è uguale a prima anche se forse qualche centimentro in più rende ogni abbraccio più difficile. È rendersi conto che attraverso una tua passione delle persone a cui tieni stanno costruendo il loro futuro, per fortuna, oppure no, sentendoti un po’ in colpa nel sentirti dire che è “merito” tuo. È provare quello strano e avvolgente sentimento rende consciente del fatto che alcune persone davvero non le cancellerai dalla tua vita, che hanno fatto parte di te, e rimarranno così, indelebili alla forza del tempo.


È conoscere gente stupenda, condividere piccoli momenti, un calice di vino, un pezzo di sushi, o una puntata di Germany Next TopModel, e litigate, e dover litigare per uno sguardo di troppo, una carezza di troppo.


E bere, e cantare, e ballare insieme, perdere la giacca per poi ritrovarla, perdere una persona a cui hai dedicato 5 mesi della tua vita, e quella sarà dura ritrovarla.


Renderti conto che il tempo non esiste.


Sì perché il tempo è stata una delle mie ossessioni in questa strana avventura. Partito per dimenticare, partito per cercare qualcosa, inseguendo qualcuno. Il tempo che scorre, come i rintocchi di un orologio che si dissolvono in cerchi vibranti, e sentire che coloro che ti stanno intorno diventano seri, indossano vestiti più sobri, riflettono sul futuro, quando tutto quello che tu vuoi è poter continuare a salatare da un panettono di cemento all’ altro sul ciglio della strada senza pensieri. Per poi renderti conto che il ginocchio cede, che fa male. Persino il tuo corpo si rifiuta di disobbedire alle leggi del tempo, ma se c’è una cosa che ho imparato durante questo viaggio è che il corpo in quanto tale deve rispondere alle leggi della fisica, le cellule devono rallentare il loro processo di riproduzione,i legamenti devono perdere elasticitá ed i neuroni devono iniziare a morire (perché nella vita bisogna essere scientifici, prima di tutto scientifici), ma la mente no, quella no. Sarebbe come ordinare ad un’ idea o ad un concetto d’ invecchiare. E lasciare che gli altri invecchino, che inizino a perdere i capelli per futuli problemi, e continuare a saltare da un panettone all’altro, senza perdere quella luce negli cchi di chi crede di aver capito che cosa sia la vita, e se ci crede, allora lo avrà capito. Perché in fondo non sono nato per studiare, non sono nato per lavorare, sono nato per vivere! E tutto il resto non rimane che il mezzo che me lo permette, e pensare che c’è chi vive per lavorare, lasciando chiusi i sogni in un cassetto, convinto che li riaprirà un giorno, quando avrà tempo, quando avrà i soldi, quando in fondo sa benissimo che quel cassetto rimarrà chiuso a lungo, troppo a lungo, e una volta riaperto, quando avrà tempo, quando avrà i soldi, beh, allora sarà morto.


È tornare a casa, cresciuto, avendo assimilato, avendo perso, avendo preso e avendo dato, è vedere, la città che ti circonda cambiata, ma in fondo, la chiava che apre la porta è sempre quella, non è cambiata.


E saltando da un panettone all’ altro, da un’ avventura all’ altra sei pronto, sei pronto alla prossima, ancora più grande della prima, ancora più lungimirante, perché oramai gli unici limiti che mi fermano sono quelli fisici, perché siamo giovani, siamo onnipotenti, possiamo tutto, perché ancora possiamo spaccare tutto, perchè sfido qualcuno a fermarci. E se non vi sentite così, se siete seduti sulla sedia davanti allo schermo e pensate, povero pazzo, beh, allora avete già chiuso i vostri sogni nel cassetto, e mi spiace per voi.

martedì 23 marzo 2010

Come avvolto in un vortice di sabbia

Era una mano, quella della razionalità, che teneva un io immaginario a forma di sfera trasparente legata al filo ragione, e giocava con me facendomi roteare ordinatamente intorno a se stessa. Quando una delle Parche, decisa non a togliermi la vita ma a giocarci, ha spezzato quel sottile filo.
è tutto un vortice, la razionalità rimane statica dov'era ed allontanandotene perdi lentamente pezzi di ragione. Come da bambino giochi con le onde, il mare è mosso, un'onda ti travolge, ma sai nuotare, e sai che ti devi lasciare andare, che ti stordirà fino a non farti più capire dove è il sopra e dove è il sotto, berrai e sentirai la gola bruciare a causa del sale, sentirai ogni rumore ovattato dalla spuma,ti sbatterà sul fondo e la sabbia ti avvolgerà, ma sai nuotare...tirerai la testa fuori dall'acqua, tossirai un paio di volte, lanciandoti ridendo nella prossima onda

domenica 7 marzo 2010

Forever young

Momenti che vanno, momenti che tornanto
persone che se ne vanno, per poi ritrovarle pochi passi piú in lá, e quello che provi non é cambiato, nonostante tutto, nonostante i tradimenti, nonstante le distanze che lasciano buchi apparentemente enormi. E il tempo passa, e sei uno in mezzo a tanti, combatti per un qualcosa che non vedi, lotti contro i mulini a vento per nulla. Cadi, ti rialzi a testa alta per poi tornare a cadere. É comebattere contro il tempo, e il tempo non é nulla, il futuro non ha senso, le persone burattini in un teatro al di fuori del nostro controllo. Lo spazio non ha senso, ma non puoi uscirne, non ti muovi, con i piedi immersi nel cemento quando tutto é a poco piú di un braccio da te. E quegli occhi verdi, lí, eppure...
E tutto ti scorre addosso e tutto ti catapulta in avanti quando invece scambieresti ogni singolo domani per quel maledetto ieri...
e vorresti annullare te stesso, smettere, anche solo per pochi secondi, di percepire questo vorticare che ci circonda, lasciandoti scivolare sul fondo del mare e l´unica cosa che attraversa i tuoi pensieri, guardando verso il cielo sono i raggi di sole frastagliati dall´acqua increspata...

lunedì 1 marzo 2010

Amburgo

Amburgo é come Genova, ma differente!
Amburgo é uguale.
É una cittá di porto
é ventosa, ricca di odori, di gabbiani, di persone, di navi, di gru, di mercati, di battelli che scorrazzano leggeri sulla bianca schiuma.
Amburgo é diversa.
É una cittá del nord,
é unita sotto la banidiera di una birra, l´Astra e una squadra di calcio, il St. Pauli, vive sulla Reeperbahn, Las Vegas europea e Amsterdam tedesca tra bordelli e sale da gioco.
É una cittá che vive nei bassifondi, nei peggio logali frequentati da punk di ogni etá, con appoggiata sul tavolo da bigliardino la loro Astra, sorridono, parecchi di loro senza denti, mentre si stringono la mano dopo il gioco, e noti quel tatuaggio sull´avambraccio, un´ancora e un cuore, e salta all´occhio la collana dell´aversario, un´ancora d´argento.
Una cittá unita sotto un simbolo, fieiri di essere di Amburgo, noncuranti del mondo che li circonda, mondo fatto di individualitá portata al livello tale da diventare indifferenza.
É una cittá come Genova non sará mai , purtroppo.